Mario Pincherle
Ecco, avete presente quando ti manca qualcosa o qualcuno a tal punto che ogni volta che chiudi gli occhi di fronte a te puoi vederlo e sentirlo come fosse incredibilmente reale…
Come la volta del cielo stellato sopra al deserto… puoi respirare l’odore della sabbia calda di giorno e fredda durante la notte, a sentirla come una carezza tra le dita dei tuoi piedi nudi.
Quella sensazione unica e indescrivibile, che il destarti ti provoca uno scontro con il vuoto che senti tutto intorno. E poi c’è la trepidante attesa durante il viaggio per raggiungere l’oggetto del tuo desiderio, quella frenesia che ti inebria e stordisce sempre un po’ di più ad ogni chilometro macinato mentre senti che ti stai avvicinando ogni minuto sempre più, ed è come abbracciare l’infinito, la percezione di provare una totale e completa libertà che ti avvolge e ti culla.
La splendore abbagliante delle stelle che accende anche i cuori più bui, per rassicurarli e guidarli, senza mai stancarsi, ripetendosi di notte in notte… è una perfezione divina, che va aldilà della razionalità umana.
Poi trascorri una notte lì nel tuo deserto e il giorno dopo non provi più quella malinconia di doverlo lasciare ancora una volta, perché è puro, ti da tutto senza ritegno, ti sazia e non ti chiede nulla in cambio.
Dall’alba al tramonto e dal tramonto all’alba, quando ti soffermi ad osservare la volta celeste, con gli occhi socchiusi fino a che sono solo due fessure da cui puoi scorgere l’immensità, la abbracci con tutto il tuo sguardo e il tuo essere e comprendi di essere più vicino a Dio di quanto tu ti sia mai spinto.
Alexandra