Che poi non è proprio una malattia è qualcosa che somiglia più a uno stato dell’anima. Un’attitudine innata, o ce l’hai o non ce l’hai.
La buona notizia è che puoi allenarla.
Diciamo un po’ come l’autostima o l’amore per se stessi, non ha controindicazioni o meglio, dipende sempre dalla prospettiva di chi guarda.
Qualcuno a questa stessa cosa che non so bene definire da il nome di disillusione o disattesa.
Io no. E sempre io, che sono appena rientrata da Roma GLIELO VOGLIO DA’ STO NOME, lo voglio chiamare sogno che si trasforma insomma non è più quello, ma un altro.
Sempre bello dai.
Non so se mi sono spiegata ma spero di sì… perché puoi sempre scegliere di esserne contagiato o anche di contagiare qualcuno che pensi ne abbia bisogno o semplicemente che ami.
Ecco, e se poi tutti hanno la stessa malattia in quel momento si condividono voli pindarici, trampolini elastici, soffici nuvole di zucchero filato e poi per bene bene che ci vada, anche una realizzazione davvero fedele di quel grande Sogno, proprio Quello con la lettera maiuscola.
Nuovamente, spero tanto di essermi spiegata 😉
Alexandra