Cosa serve per essere felici?
Ultimamente questo tema della felicità mi sta perseguitando. Me l’hanno fatto notare le persone che mi circondano, quelle vicine. E l’esagerazione non è mai sana. Per “non sano” intendo qualcosa che rischia di farci più male che bene, sarà che questa ricerca spasmodica sta diventando quasi un’ossessione?
Allora mi sono fermata. Ho riflettuto sul significato più profondo della parola
F E L I C I T A’
L’etimologia delle parole aiuta davvero a comprendere, sarebbe utile leggersi ogni tanto qualche pagina di dizionario per migliorare la comunicazione tra adulti, oltre tutte le congetture personali e la filosofia che ruota attorno a certi temi nei secoli dei secoli, (amen).
Dunque, il significato della parola felicità è: fecondo, fertile (in senso lato: soddisfatto, appagato).
Parecchie lune fa, ancora ignara di certi temi, avevo pubblicato un post in cui sostenevo che la felicità si raggiunge nel momento in cui il divario tra dove siamo e dove vorremmo essere è azzerato.
Oggi ho compreso che essere semplici aiuta se stessi e il prossimo: comunicare in modo semplice, esprimere sentimenti in modo semplice, amare in modo semplice, abbracciare in modo semplice, sorridere in modo semplice, affrontare gli avvenimenti della vita in modo semplice…
La semplicità della felicità si può esprimere in questo modo:
“Tornare dentro se stessi, tornare a Casa. Alla propria verità”.
Alle anime in cammino.
Che tu possa trovare sempre il coraggio dentro di te,
Alexandra