E quindi uscimmo a riveder le stelle.
Alle anime che vagano tra il tempo e lo spazio, che si perdono e si ritrovano va questa memoria.
Circa due anni fa ebbi quello che si può definire “risveglio spirituale”. Non sono mai stata particolarmente praticante, se non da bambina, a dispetto per altro dei miei familiari stretti. Poi crescendo anche io ho perso quella flebile “fede” e comunque non mi sono mai sentita parte di questa “nostra” chiesa Cattolica e dei suoi dogmi.
Ho sempre sentito forte dentro un formicolio che mi connetteva a qualcosa di superiore, pertanto alla domanda: “tu credi in Dio?” ho sempre risposto che sì, credo in un Dio, un sé superiore, un’energia che tutto unisce e pervade il cosmo, credo in tutto ciò che la scienza non arriva a spiegare e in un fitto mondo sottile che mi ha sempre richiamata a sé come un magnete.
Ma oltre a qualche sogno lucido, i tarocchi e altre vacue esperienze che ho debitamente scelto di trascurare o per meglio dire, di non alimentare più per timore che per coscienza, ho finito per non espandere la mia conoscenza in tale senso.
Negli anni ho avuto modo di avvicinarmi alla chiesa ortodossa perché ho sposato un uomo di tale religione, poi ho esplorato il buddismo. Ma nulla mi ha mai veramente convinta, continuo a pensare che le religioni siano di questa terra, troppo terrene, con le loro “regole” più o meno imposte, non fanno per me. Ho scelto di non scegliere, di non schierarmi. Perché diciamocelo, essere “seguaci” di qualsivoglia dottrina o religione che sia, crea un gruppo di appartenenza, uno spazio all’interno del quale condividere con i propri simili esperienze, pensieri e valori, e tutto ciò è molto bello, ci fa sentire al sicuro.
Ma non a me. A me tutto ciò ha sempre fatto sentire “costretta” come comprarsi un paio di mutande di taglia troppo piccola (e sono una donna, pensate se fossi uomo!). Evidentemente mentre la mia testa frullava copiosi pensieri, il mio spirito continuava imperterrito a vagare alla ricerca del significato della fitta trama della vita e dell’esistenza.
Poi è accaduto qualcosa, in una notte con il cielo stellato più sorprendente che avessi mai ammirato, provando una sorda sofferenza e pensando che una parte di me sarebbe morta lì per sempre, è accaduto qualcosa di inaspettato e inspiegabile alla razionalità.
Nel punto esatto in cui si trova il mio cuore, lì è cominciata una vibrazione, durata per molte lune.
Un tocco leggero ma persistente mi ha pervasa da allora e per sempre, ho visto oltre il buio che avevo dentro, i colori intorno a me erano più nitidi, una consapevolezza nuova si è fatta strada lentamente pervadendo ogni organo del mio corpo fisico e ho provato slanci di amore incondizionato per ogni essere vivente, sospesa nell’etere, dissolta tra i pensieri e il profumo dei fiori.
𝓐𝓷𝓲𝓶𝓪 𝓶𝓲𝓪, 𝓸𝓻𝓪, 𝓯𝓲𝓷𝓪𝓵𝓶𝓮𝓷𝓽𝓮, 𝓱𝓸 𝓻𝓲𝓬𝓸𝓷𝓸𝓼𝓬𝓲𝓾𝓽𝓸 𝓽𝓮, 𝓱𝓸 𝓻𝓲𝓬𝓸𝓷𝓸𝓼𝓬𝓲𝓾𝓽𝓸 𝓶𝓮.
Alexandra