Non feci in tempo ad affacciarmi nell’età dell’adolescenza, che mi trovai a vivere un’esperienza alquanto buffa. Un giorno iniziai a baciare un coetaneo di fronte al museo del Risorgimento nella mia bellissima Torino, pieno centro storico. Che meravigliosa vista e quanta arte, una splendida cornice romantica!
Di lì a poco, finimmo contro una colonna lastricata in marmo rosa, intarsiata di perfetta natura morta e ricchi sfarzi, totalmente incapaci di fermarci, come solo i baci appassionati degli adolescenti impongono.
Non passò che una manciata di minuti che una vecchietta della Torino “bene” giunse con fare minaccioso (nei miei ricordi brandiva proprio la borsetta come arma) ad interrompere cotanti dolci sospiri, intimandoci di smetterla di “eseguire atti osceni in luogo pubblico”, specificando altresì che stavamo profanando un luogo “sacro”, un po’ come fosse un Patrimonio dell’Unesco religioso.
Ricordo vagamente i mugolii che uscirono dalle nostre bocche e poi le risa e giù a correre come se fossimo due ladri, ladri di baci sinceri e nuove scoperte. Che corsa a perdifiato, il batticuore, le mani intrecciate. Eravamo due bambini e ci avevano sorpresi con le mani nella marmellata.
Ecco, da quel ricordo ne ho conservati pochi altri così indimenticabili (riferendomi ai baci). Perché non so voi, ma i baci per me non si elargiscono a tutti nello stesso modo. Certi fidanzati che ho avuto negli anni, anche di storie abbastanza lunghe e importanti, mi rimproveravano di non baciar(li) abbastanza.
Ma io negavo con forza, perché ADORO letteralmente baciare.
Questa riflessione l’ho fatta solo recentemente, in età adulta.
I baci sono chimica allo stato puro e non sai, finché non sperimenti IL bacio perfetto, che tutti (e intendo, tutti gli altri), non erano all’altezza. Neppure quelli considerati i migliori. Finché non ho avuto la fortuna, seppur breve, di scambiare i baci più belli, dolci, passionali, incredibili, unici, meravigliosamente speciali, che potessi vagamente aspettarmi di provare nella vita, soprattutto alla mia età!
Avete presente quando non ti rendi conto di qualcosa perché nel momento in cui torna il lume della ragione, ti ci stai già trovando nel bel mezzo e sei stordita, non ti puoi capacitare che veramente ti stia succedendo di avere perso completamente la testa, ovvero, di non averla proprio presa in considerazione in tale circostanza!
E sei lì, in pausa pranzo, alle 13.00 di un giorno settimanale, circondata da persone sedute ai tavolini dei dehors per consumare il proprio pasto fugace, facce serie, colleghi di ufficio che si scambiano chiacchiere per lo più superficiali, con la frenesia del rapido rientro in ufficio, sotto il sole cocente di luglio.
Tu sei proprio quella letteralmente avvinghiata a una persona, che per altro conosci molto poco e come due polipi tiranni non si capisce più quali siano le braccia di uno, le gambe dell’altra, siete diventati una figura mitologica dell’antica Grecia. Non so se ho reso l’idea.
So che nell’attimo in cui mi sono dovuta staccare per prendere una boccata di ossigeno, ho avuto uno stordimento tale per cui ho pensato che non sapevo più seriamente, dove mi trovassi.
E’ stato uno di quei momenti di cui si dice che “esistevamo solo noi e tutto il mondo fuori”.
E’ veramente bello perdere il controllo, mollare gli ormeggi, e fluire… lasciarsi trasportare dalle emozioni anche se solo per pochi momenti, resteranno comunque indimenticabili. Lo giuro!
I pochi baci seguiti con il polipo di cui sopra, sono stati ancora più belli, di quelli che non importa quanto sei “grande”, forse anche troppo grande per comportarti come l’adolescente di cui sopra…non importa di niente, né del sesso che seguirà o meno, né di chi o cosa ti veda, non importa di nulla. Quel momento è stato semplicemente perfetto. Così perfetto che solo la paura di amare o anche solo emozionarsi, può provocarne il brutale e insensato distacco.
Ma ognuno ha bisogno dei propri tempi per capire, qualcuno nella mancanza riesce a reagire, altri si priveranno sempre di sentimenti ed emozioni vere, perché fa troppa paura l’idea poi un giorno di doverne eventualmente fare a meno, o anche solo del tempo che passa e che ne muta lo stato. O perché doveva essere qualcosa d’altro, non si può cambiare una situazione che avevamo già deciso e pianificato, non così alla sprovvista, non senza la bussola della razionalità.
La verità è che io ho sempre vissuto di emozioni forti, ho preteso di vivere di passione, in tutti gli ambiti della mia vita. E chiaramente ho sofferto molto, ma lo rifarei, tutto. Non ho rimpianti, né rimorsi.
Ogni età ha le sue definizioni, i 15 anni, poi i 25 poi i 35, è incredibile come il tempo venga scandito da percorsi simili in base alle età.
Le mie amiche mi spiegavano con pazienza che le relazioni lunghe si evolvono e l’innamoramento diventa amore e l’amore diventa amicizia, affetto, compagnia. (qui metterei l’emoticon della faccina che ha paura).
Io non voglio vederla così perché sembrerebbe un silenzioso rassegnarsi.
L’amore perdura se sai mantenere quella fiammella sempre accesa, ci saranno forti tempeste che la consumeranno, certo. Basta avere il coraggio di riaccenderla, anche quando è già bluastra, ha perso i suoi toni dorati, tutto si è quasi consumato, quando le mani tremano per il tanto continuare a provare a scaldare, a strofinare il legno perché possa riardere, quando gli occhi sono stanchi e vorrebbero chiudersi, allora fermati, tienili socchiusi per un po’. Riposati. Cerca altre mani, stringile forte e scoprirai che forse basta un po’ di calore per smettere di farle tremare. Continua a cercare sempre, anche nell’oscurità, segui l’odore, inebriati di quei profumi che ti fanno sentire a casa. Scegli di restare anche quando vorresti fuggire via lontano. Perché anche se torni seppur dopo una breve fuga, non sarai mai più la stessa persona. E chi ti vede tornare, ti riconoscerà sempre un po’ meno, fino al giorno in cui la distanza sarà così grande, da non potere più essere colmata.
E soprattutto, impara a dire sempre la verità, prima di tutto a te stesso.
Perché i silenzi ci portano solo a idealizzare la realtà estremizzandola in modo positivo o negativo, ma sempre troppo soggettivo.
Quindi si, amiche sagge, è vero, l’amore si evolve, non si rassegna però. Lo si alimenta insieme, se si sceglie.
Io auguro baci come quelli che ho vissuto, a tutti voi. Che siano per un attimo fugace o per tutta la vita, varranno sempre la pena d’esser assaporati. E poi chissà, che magari ne arriveranno ancora di più belli, basta alzare la testa, sorridere e aprire le braccia per accogliere ciò che la vita ha in serbo per noi.
Buonanotte bella gente.
Alexandra